Tali personalità sono: Paolo,Stefano
Marisa e Luciana.
Ma
il nome dell’azienda stà per ‘streghe’, e si riferisce a tradizioni e ricordi
assai presenti in
Valtellina.
Le Streghe della Valtellina
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“Nel 1238, papa Gregorio IX affidò ai
Domenicani l’importante e storicamente controverso compito di essere giudici
del Tribunale dell’Inquisizione, per condannare i comportamenti ritenuti
blasfemi o eretici. Un esempio di questa serrata investigazione fu la caccia
alle streghe, iniziata nel Trecento e culminata solo nel Settecento.
Queste
storie, tra il fantascientifico e il noir, si consumano in secoli in cui la
propaganda cristiana non era del tutto riuscita a cancellare le pratiche
pagane, specie nella tradizione contadina. L’ignoranza, la paura e la
difficoltà durante guerre e carestie, però, fecero in modo che addirittura fra
consanguinei ci si accusasse di efferatezze assurde. Purtroppo, per dare una
motivazione logica a eventi catastrofici o tristi, quando nemmeno Dio era più
d’aiuto, si accusavano gli anelli deboli della società: fanciulli, donne e
mentecatti.
A
Morbegno, presso il Tribunale (al Convento di Sant’Antonio), l’unica pena
capitale fu inflitta il 24 marzo 1438, quando la Barzia da Gerola fu messa al
rogo; altre donne inquisite provenivano da Talamona, Morbegno, Mello, Rogolo,
Gerola, Albaredo, Cosio, Civo e Berbenno. A Bormio, spesso, la pena era una
multa e una segregazione della presunta strega da parte dei famigliari maschi.
Diversamente, a Poschiavo nei Grigioni (dei quali la Valtellina era un dominio
a quei tempi), dove il Tribunale era laico, le pene di morte furono numerose.
L’inquisizione
non era solo un’indagine, ma una tortura. Le presunte streghe erano costrette a
spogliarsi davanti a gruppi di uomini ed essere tosate come pecore, in modo che
il boia (celebre il Ravetta di Teglio) potesse trovare il bollo del diavolo.
Questo dottore, anche ben stipendiato, ispezionava i corpi delle poverette,
punzonando brufoli o escrescenze varie con un ago di ottone; qualora non avesse
trovato ciò che cercava, scambiava i rigonfiamenti della natura femminile per
chiari sintomi demoniaci.
Le
streghe venivano tormentate al fine di estorcere le confessioni. Tutte le ree
confesse ammisero di:
Essere
diventate streghe dopo un rito iniziatico che consisteva nello scavare una
croce nel terreno e sedersi sopra;
Avere
partecipato a uno o più sabba, ai quali ci si recava tramite un bastone volante
e durante i quali ci si univa carnalmente a Satana, un uomo di bell’aspetto;
Realizzavano
i loro unguenti magici tramite i cadaveri dei bambini che dissotterravano
personalmente;
Erano
in grado di trasformarsi in animali, specie gatti o lupi;
Riuscivano
a provocare aborti, a uccidere il bestiame, a far impazzire la gente o a
provocare calamità naturali. “