lunedì 27 giugno 2022

Eurovinum - Gazzola Spumanti (Vidor) nelle iniziative d'informazione di Borghi d'Europa

 


 


I giornalisti e i comunicatori di Borghi d'Europa hanno conosciuto i vini di Gazzola Spumanti a Milano, nel corso di Bestwinestars (terza edizione).


Così, eccoci in Veneto, ad incontrare Alessandro Gazzola, a Vidor, dove l'azienda ha la propria sede.

Sinceramente non siamo mai stati amanti dell'extra dry : un vino che inclina troppo al dolce per i nostri gusti austeri.

Eppure l'extradry che Alessandro ci mesce ( e commenta), è un'altra cosa.

Tanto è vero che, tra una storia e l'altra, scivola via piacevolmente.


“Il sogno era quello di mio nonno, Paolo Rizzi, grande proprietario terriero ed erede delle conoscenze vitivinicole della famiglia. Ha sempre voluto fondare un’azienda agricola, lavorare la terra, prendersi cura delle piante e dedicarsi alla produzione del vino, ma i casi della vita lo hanno portato a cambiar rotta più volte. Oggi quel sogno, rimasto chiuso nel cassetto troppo a lungo, si è finalmente trasformato in realtà.La passione per il territorio si è tramandata intatta da una generazione all’altra e oggi ci impegniamo quotidianamente per creare uno spumante di alta qualità nato dal rispetto della terra e frutto di un lavoro attento che parte dal vigneto e che si riscopre intatto nel prodotto finito.”


Parole importanti, ma semplicemente vere.


“La natura regala sempre delle sorprese e segue le proprie regole. Con il tempo abbiamo imparato a conviverci e sappiamo che i frutti migliori nascono da un’agricoltura attenta al territorio, al clima, all’ambiente. I nostri vigneti a conduzione diretta sono seguiti in tutto e per tutto: dalla potatura alla vendemmia realizzata esclusivamente a mano. Selezioniamo ogni singolo grappolo da portare in cantina perché solo così otteniamo la massima qualità dalle nostre uve. Il nostro obiettivo è offrire un prodotto sano, buono, genuino. “



L'Azienda ha ricevuto la certificazione SQNPI che attesta la conformità delle uve al disciplinare di produzione integrata della Regione Veneto.

“Forse per tante persone non ha grande valore, ma per noi significa molto e siamo contenti di potervene parlare perché è sinonimo di un’agricoltura attenta all’ambiente e rispettosa della salute dell’uomo. In linea con i nostri principi. Impieghiamo solo prodotti fitosanitari di tipo biologico, mettiamo in atto tecniche agronomiche a basso impatto ambientale per salvaguardare la microfauna locale e abbiamo abolito del tutto l’utilizzo di sostanze chimiche che impoveriscono il terreno e inquinano il sottosuolo. E ne andiamo molto fieri.”


Borghi d'Europa ha inserito Gazzola Spumanti nel Percorso Internazionale Eurovinum, il Paesaggio della Viate e del Vino. L'Azienda parteciperà ai diversi momenti d'informazione che il progetto

L'Europa delle scienze e della cultura (Patrocinio IAI-Iniziatva Adriatico Ionica, Forum intergovernativo per la cooperazione regionale nella regione adriatico ionica), propone.

Il primo a Ogliano ( nelle colline di Conegliano), per incontrare Antonella Pianca, giornalista fotografa e Degustatrice AIS, una delle espressioni più professionali del giornalismo enoico in Italia.


Borghi d'Europa vi racconterà l'incontro.

lunedì 20 giugno 2022

IL BANCO DI DEGUSTAZIONE “TUTTI I COLORI DEL BIANCO” TARGATO GOWINE

 




Nuova ottima degustazione per Borghi d’Europa

Milano, 20 Giugno 2022- Borghi d’Europa ha fatto un viaggio del gusto dalle Alpi alla Sicilia , coi vitigni a bacca bianca, autoctoni e non, autentici mattatori.

Tutto questo all’ottimo banco di degustazione targato Gowine “Tutti i colori del Bianco”, svoltosi nelle ampie sale dell’Hotel Melià, location perfetta per eventi di tale caratura.

Tra la parte banco e quella enoteca erano numerose le etichette presenti,da tutta Italia, con la possibilità in alcuni casi di poter assaggiare lo stesso vino, prodotto però in due annate diverse.

Quest’ultimo è stato un aspetto indubbiamente interessante, che ha favorito una full immersion sulle diverse realtà “bianchiste” italiane, volta a capire l’identità di ogni vino degustato.

Tra i vari assaggi, Borghi d’Europa ha apprezzato molto i Gavi Docg della Società Agricola La Raia di Novi Ligure (Al), poi i Bianchello del Metauro Doc e il Verdicchio dell’Azienda Agraria Fiorini di Terre Roveresche (Pu), poi gli iconici e insoliti bianchi di Bajta Fattoria Carsica di Sgonico, nel Triestino e dai Colli Orientali friulani Il Pinot Bianco Doc e la Ribolla Gialla Doc di Roberto Scubla.

 

Altri protagonisti dell’evento sono stati da Monte Porzio Catone (Rm), i Frascati Superiore Docg di Villa Simone e dall’Abruzzo, precisamente dal Chietino i vini bianchi di Cantina Frentana.

Un bel viaggio italiano all’insegna di grandi bianchi rappresentativi di terroir così diversi e allo stesso tempo ricchi di specificità: evviva!

martedì 14 giugno 2022

Piazza dei Signori a Padova : dall'Antico Forno alla storia

 





«riguarda sopra bellissima piazza, la quale è chiamata della Signoria. Questa ha pavimento in pietra cotta, serve per teatro degli spettacoli pubblici di giostre, e tornaementi. & circondata da altissime e bellissime fabbriche di case»

(Angelo Portenari, Della Felicità di Padova, 1623)


"Piazza dei Signori o Piazza della Signoria è una delle numerose piazze che caratterizzano il centro storico della città di Padova. Fu per secoli teatro di celebrazioni civiche, di tornei e spazio di rappresentanza della città rispetto alle più grandi piazze delle Erbe e della Frutta che ebbero maggiori propensioni commerciali. La piazza è dominata dalla celebre Torre dell'Orologio. "



Spesso sono seduto alla pasticceria Antico Forno in piazza Signoria, per sorseggiare un ottimo caffè,accompagnato da un croissant delizioso. Mi sono chiesto dove stà il segreto della bontà artigianale di Antico Forno . Giuseppe,il nume tutelare del luogo è stato lapidario : " il segreto?

Il livello qualitativo degli ingredienti e la rigorosa lavorazione, frutto di un mix di tradizione e innovazione'.

Meglio non poteva iniziare il tour de La Via delle Buone Cose, di veronelliana memoria

La piazza verso San Clemente


La Storia

La piazza nacque nel XIV secolo con la demolizione di un antico quartiere che si estendeva davanti al sagrato della chiesa di San Clemente, frutto di quelle risistemazioni urbane promosse da Ubertino Da Carrara. L'apertura della piazza fu pensata per dare importanza alla torre d'accesso di levante della Reggia che si andava costruendo. Per la particolare conformazione divenne naturale teatro di tornei e di castelli d'amore. Secondo la tradizione fu proprio dai "signori" Carraresi che la piazza trasse il nome. La guerra tra i principi Carraresi e i Visconti alla fine del Trecento danneggiò la piazza e gli edifici tanto che venne definita per un periodo "della Desolazione"; negli anni '20 del Quattrocento i veneziani avviarono un'opera di recupero dello spazio che divenne principale quinta della liturgia civica: per i tornei, le giostre, le battaglie, i corteggi, i concerti e le feste musicali divenne "Piazza dei Trionfi" e di nuovo "Piazza della Signoria". In occasioni di feste dei santi patroni e in visite ufficiali veniva allestita con architetture effimere. Al giovedì grasso si teneva una grande caccia al toro. Il 17 luglio era sede dei grandi festeggiamenti per ricordare la riconquista di Padova da parte della Dominante, nel 1509. In seguito ad un discorso di Padre Alessandro Gavazzi, il 9 maggio 1848 divenne "Piazza Pio IX", cuore dei movimenti popolari anti austriaci. Divenne poi "Piazza Unità d'Italia" per tornare all'originaria denominazione in epoca fascista.


Anticamente la piazza era pavimentata da cotto disposto a spina di pesce, poi via via sostituito a partire dal XVIII secolo da lastre di trachite euganea.


Nella piazza, all'altezza dell'imbocco della stra' del pozzetto (attuale via Nazario Sauro) sino al 1785 si trovava un pozzo monumentale, adornato con colonne marmoree e palle di cannone. Fu spianato nel 1785 e chiuso da un sigillo - ancora visibile - per motivi di decoro. La vera fu poi utilizzata per ingentilire il pozzo di Piazza delle Erbe, il resto fu tutto venduto col guadagno di 50 ducati.


La piazza oggi ospita al mattino parte del mercato cittadino, ma un tempo era riservata al solo passeggio e alla discussione.

Borghi d'Europa l'ha inserita nel progetto La Piazza dell'Informazione.

La piazza nel '700

La piazza ha forma rettangolare. Le case che la circondano - di varie epoche e stili - sorgono per la maggior parte su portici dei secoli XIV e XV. Alcune recano ancora decorazioni medievali e rinascimentali.



A ponente domina la Torre dell'Orologio affiancata dai simmetrici palazzi del Capitanio e dei Camerlenghi opere del secolo XVI e XVII di gusto manierista. Due nicchie, una sul palazzo di destra e una su quello di sinistra ospitano i busti di San Prosdocimo e Sant'Antonio: le due opere in pietra di Nanto furono murate nelle loro nicchie durante le ventate anticlericali dell'occupazione napoleonica e riemersero con i restauri degli anni '90 del XIX. Sant'Antonio recava ancora due beffardi baffi tracciati con un carboncino nero, a dileggio dell'immagine sacra.

Sul selciato si innalza a sinistra la Colonna Marciana: risalente alla metà del Settecento, è un monumento composto da pezzi più antichi, tra cui la marmorea colonna e capitello di età romana che venne rinvenuta nel 1764 nei pressi della chiesa di San Marco e fu collocata nella sua posizione attuale nel 1787 dal Rettore Catarino Corner[1]. Il leone di San Marco è opera (1870) di Natale Sanavio (1827-1905) a sostituzione di quello distrutto dalle truppe francesi nel 1797. Il pennone reggi vessillo dirimpetto ha base marmorea risalente al Cinquecento, ricca di decorazioni e altorilievi. Le formelle marmoree ai quattro lati raffigurano le virtù cardinali. L'attuale posizione risale alla seconda metà del Settecento. Sul primo gradino verso ponente è inciso il brazzo padovano corrispondente a 64 centimetri. Poco distante dal pennone, sul bordo della strada in prossimità al portico dove stava la bottega del caffè "Genio", sta un'altra curiosa incisione: "Una lira (lo strumento musicale), le iniziali P.G. e la data 15.07.81". D'estate, nella veranda del caffè, si sedevano le mamme con le figlie alla ricerca di un buon partito. Tra i tanti bei ragazzi in passeggiata davanti al caffè, si fece notare un ricco ed elegante giovane di provincia che portava una cravatta su cui era appuntata una spilla a forma di "lira". I primi di luglio del 1891 il giovane smarrì la spilla durante il passeggio senza ritrovarla più. Il 15 luglio tornò in città e rifacendo lo stesso percorso ritrovò la sua spilla su una pietra del selciato. Decise così di far incidere sulla pietra l'oggetto la lui tanto caro, le sue iniziali e la data del ritrovamento.

La memoria della spilla ritrovata

A levante sta l'antica chiesa di San Clemente affiancata da case medievali. Su quella di destra è collocata una lapide che ricorda il “grave et atroce delitto commesso da diversi sbirri" li avvenuto il 15 febbraio 1722 contro alcuni studenti universitari; i colpevoli furono “condannati al patibolo della forca, alla galera e all'oscuro carcere” secondo quanto riportato nella lastra.

A meridione, verso la Cattedrale, spicca imponente la lombardesca Loggia del Consiglio affiancata dalla stretta "casa del boia" in gran parte ricostruita con il vicino palazzo Foscari dopo essere stata colpita da un ordigno nella seconda guerra mondiale. Poco distante, una curiosa iscrizione ottocentesca invita a tenere pulita la piazza.

A settentrione interessanti case medievali tra cui spicca la gotica palazzina Molin dove abitò Lina Merlin. In una delle colonne che reggono il portico verso Piazza della Frutta è incisa una popolaresca "memoria" dello scoperchiamento del Palazzo della Ragione avvenuto a causa di un turbine nel 1756. Sul selciato è visibile il tombino del pozzo spianato nel 1785.


lunedì 6 giugno 2022

In Molise i vini biologici di Agricola Vinica segnalati da Borghi d'Europa

 

I giornalisti e i comunicatori di Borghi d'Europa stanno sviluppando la conoscenza dei vini biologici, nel quadro del progetto L'Europa delle scienze e della cultura, patrocinato dalla IAI-Iniziativa Adriatico Jonica,Forum Intergovernativo per la cooperazione regionale nella regione adriatico jonica).


Borghi d'Europa segnala in Molise l'Agricola Vinica.

“Agricolavinica nasce nel 2007 da un’idea di condivisione di ideali, valorizzazione di un territorio e di rispetto della natura. L’intento è stato quello di sviluppare un progetto di agricoltura biologica ecosostenibile in un territorio di alta collina molisano. “




Rodolfo Gianserra, dopo aver deciso di tornare in Molise, riesce a rivalorizzare gli ettari di terreno di proprietà sulle colline di Ripalimosani per dedicarsi, oltre al vino, anche a olio e ortaggi.


Oggi la produzione enologica arriva a 50000 bottiglie l'anno con una proposta piuttosto variegata e interessante.


“Le nostre vigne “Altre Terre” si trovano a circa 700 m di altitudine, dove coltiviamo Trebbiano, Garganega e Pinot Nero. Dopo la raccolta, le uve di Trebbiano e Garganega vengono pigiate con i piedi in un tino di legno, il mosto con le bucce inizia spontaneamente la fermentazione senza controlli di temperatura, con follature giornaliere. Dopo 12 giorni di macerazione a contatto con le bucce, avviene la svinatura e la fermentazione termina in serbatoi di acciaio. Un “orange wine” dalle note di thè, albicocca e sidro di mele, un tannino delicato e una buona acidità, danno a questo vino una grande struttura e complessità. “