martedì 12 aprile 2022

GRANDILANGHE 2022 ALLE OGR A TORINO PER LA PRIMA VOLTA

 





Una sesta edizione di spessore per ripartire e capire le diverse sfumature di Barolo, Barbaresco e Roero

Milano, 11 Aprile 2022- Dopo lo stop forzato del 2021 dovuto alla pandemia, è finalmente tornata (e in presenza) la prestigiosa rassegna Grandilanghe, giunta alla sesta edizione, che è stata accolta con entusiamo da parte degli operatori horeca, media e da 50 buyers esteri accuratamente selezionati e provenienti da USA, Canada, UK e Scandinavia.

Grandilanghe, promossa come sempre dal Consorzio di Tutela Barolo Barbaresco Alba Langhe e Dogliani insieme al Consorzio Tutela Roero, ha visto protagoniste ben 226 realtà vitivinicole langarole, per la prima volta a Torino, nell’ottima e spaziosa location degli Spazi Ogr (Officine Grandi Riparazioni).

Un’altra novità di questa sesta edizione è stata di aprire anche ai wine lovers, nella giornata di lunedì 4 Aprile c.m. , in collaborazione con Ais Piemonte.

Borghi d’Europa ha partecipato con piacere a Grandilanghe, cogliendo l’occasione di poter comprendere da vicino le diverse sfumature di Barolo, Barbaresco e Roero e di tutte le denominazioni langarole in generale, al fine di comunicarle poi all’interno delle iniziative del percorso Eurovinum, i Paesaggi della Vite e del Vino.

Per la zona del Roero Docg Borghi d’Europa ha assaggiato come unici bianchi il Roero Arneis Docg 2022 e quello Riserva 2018 di Careglio di Baldissero d’Alb, il Roero Arneis Docg Riserva “Sru” 2019 di Antica Cascina dei Conti di Roero di Vezza d’Alba e ancora la Riserva Docg di Arneis “Sant’Anna” 2019 e lo Spumante Soeli 2018 di Arneis Docg di Cascina Lanzarotti di Monteu Roero.

Poi i rossi: interessanti i Roero Docg 2017 S.S. Trinità e la Riserva Docg 2016 S.S. Trinità Testun di Ridaroca di San Damiano d’Asti (At), il Roero Docg Riserva Canale 2016 dell’Azienda Agricola Pace di Canale (Cn) ed infine, sempre dalla medesima località il Roero Docg Bric Volta 2018 di Malabaila di Canale.

Capitolo Barbaresco Docg: ottime espressioni il Barbaresco Docg Serracapelli 2018 di Cecilia Monte di Neive, poi il Barbaresco Docg Faset Duesoli 2018 e quello 2017 di Piercarlo Culasso, il Barbaresco Docg Fratìn 2017  e la Riserva 2015 Vigna Giaia di Piazzo Comm. Armando di Alba, ed infine il Barbaresco Docg La Fenice 2017 e la Riserva Docg 2007 Piccola Emma di Pier Paolo Grasso di Neive.

Last but not least il Barolo Docg: qui Borghi d’Europa ha molto apprezzato il Barolo Docg Ravera 2017 e il Cannubi Docg 2018 di Rèva di Monforte d’Alba, poi il Barolo Docg 2017 del Comune di Barolo e quello Sarmassa Docg 2016 di Marchesi di Barolo, il Barolo 2017 Docg Bricco San Pietro di Anna Maria Abbona di Dogliani ed infine il Barolo Docg Pichemej 2017 e il Docg Bussia 2017 dell’Agricola Marrone, che ha presentato anche il nuovo e conviviale Langhe Rosato Dolcevita (70% Nebbiolo e 30% Barbera).

Indubbiamente, anche questa sesta edizione di Grandilanghe ha proposto eccellenze di Langhe e Roero, sia per le nuove annate, che per etichette un po’ più evolute, riconfermandosi come uno degli appuntamenti principe per l’enologia del Belpaese.

Evviva!


domenica 10 aprile 2022

EUROSOSTENIBILITÀ – LA GOVERNANCE : LA TRASPARENZA E LA PARTECIPAZIONE- L’INTERVENTO DELLA CONSULENTE LAURA PANIZUTTI

 








Partner di informazione di Borghi d’Europa in questo viaggio è la consulente finanziaria e patrimoniale Laura Panizutti di Conegliano.

“La normativa europea non obbliga a chi vuol proporre e vendere prodotti finanziari come sostenibili, di avere alcuni requisiti di governance.”

In altri termini vi è un largo margine per l’intermediario finanziario per essere ‘opaco’, per evadere le tasse, per essere gestito con il sistema delle scatole cinesi e,ciononostante, di poter comunicare i propri prodotti come sostenibili.”

Un operatore che si ispiri invece alla finanza etica ha alle spalle governance e strutture societarie fondate sulla trasparenza, sulla partecipazione dei soci e dei clienti.

Le normative europee si occupano dei temi collegati alla trasparenza, ma li collegano al singolo prodotto finanziario, senza prendere in esame i comportamenti generali di chi lo propone.

“I partecipanti ai mercati finanziari e i consulenti finanziari dovrebbero essere tenuti a dare informazioni precise circa i rischi per la sostenibilità (per i quali si intende un evento o una condizione di tipo ambientale, sociale o di governance che, qualora si verificasse, potrebbe provocare un impatto negativo sul valore dell’investimento); tali informazioni, infatti, sono necessarie per consentire agli investitori finali di adottare decisioni di investimento orientate al rispetto della sostenibilità. “

Ecco come Dino Donato Abate, Partner, Anna Travanini, Associate, Atrigna & Partners, delineano i temi della trasparenza :

“In concreto, i partecipanti ai mercati finanziari e i consulenti finanziari sono tenuti alla:

trasparenza delle politiche in materia di rischio di sostenibilità (art. 3) mediante la pubblicazione sui propri siti web delle politiche relative all’integrazione dei rischi di sostenibilità negli investimenti o nelle proprie consulenze per investimenti;
-trasparenza sugli effetti negativi per la sostenibilità a livello di soggetto (art. 4) mediante l’informazione sui principali effetti negativi derivanti dalle decisioni di investimento sui fattori di sostenibilità. In particolar modo, devono essere fornite: le informazioni sulle politiche adottate al fine dell’individuazione dei principali effetti negativi per la sostenibilità, con indicazione dei relativi indicatori; una descrizione dei principali effetti negativi per la sostenibilità e di qualsiasi azione adottata o programmata in merito; una breve sintesi delle politiche di impegno adottate e riferimenti all’osservanza di codici di condotta di impresa responsabile e delle norme internazionalmente riconosciute in materia di due diligence e reporting;

trasparenza delle politiche di remunerazione relativamente all’integrazione dei rischi di sostenibilità (art. 5) mediante la pubblicazione delle informazioni su come tali politiche siano compatibili con la sostenibilità;
-trasparenza dell’integrazione dei rischi di sostenibilità (art. 6) mediante informativa precontrattuale del modo in cui i rischi di sostenibilità sono integrati nelle decisioni di investimento e dei risultati delle valutazioni dei probabili impatti dei rischi di sostenibilità sul rendimento dei prodotti finanziari che rendono disponibili;

-trasparenza della promozione delle caratteristiche ambientali o sociali nell’informativa precontrattuale (art. 8): nel caso in cui un determinato prodotto finanziario vada a promuovere talune caratteristiche, generalmente ambientali o sociali, devono essere comunicate le informazioni su come tali caratteristiche siano rispettate; se è stato individuato un benchmark, se e in che modo tale indice di riferimento sia coerente con le caratteristiche promosse;

-trasparenza della promozione delle caratteristiche ambientali e sociali sui siti web (art. 10) mediante pubblicazione sul proprio sito web, ad esempio, della descrizione delle caratteristiche sociali o ambientali o del relativo obiettivo di investimento sostenibile e le informazioni sui metodi utilizzati per la valutazione, il monitoraggio e la misurazione di tali caratteristiche.

Alla luce del nuovo Regolamento UE, pertanto, i soggetti supra indicati sono tenuti a pubblicare, sui rispettivi siti web, informazioni circa le proprie politiche sull’integrazione dei rischi di sostenibilità nei processi decisionali relativi agli investimenti; essi, quindi, devono spiegare il processo decisionale sia nel caso in cui non sussistano rischi di sostenibilità rilevanti per il prodotto finanziario sia nel caso in cui, invece, tali rischi possano incidere sulla performance del prodotto finanziario; in quest’ultimo caso, saranno tenuti a comunicare in quale misura, in termini quantitativi e qualitativi, tali rischi siano rilevanti in quanto incidenti negativamente sui fattori di sostenibilità.”

lunedì 4 aprile 2022

La Via dei Norcini - IL SAN DANIELE INCONTRA LA CUCINA TORINESE

 


 


Dopo lo stimolante incontro con la Cucina Romana, è la volta di quella Torinese. Un appuntamento particolarmente interessante perché il Piemonte vanta una cucina molto variegata: saporita e di chiare origini di campagna (vedi: Bagna Caöda), ma anche molto elegante e pregiata, da vera cucina regale, come è stata, con gioielli come i tartufi, ma anche i formaggi ed infine i vini, tra i migliori della tradizione italiana, conosciuti in tutto il mondo.

Anche per quanto riguarda i salumi, la Regione ha un’ottima produzione, sia a base di carne di maiale che anche di altri animali, come cavallo, asino, pecora e perfino camoscio!

Il prosciutto di San Daniele gioca perciò su questo terreno una impegnativa partita, perché si presenta ad un pubblico molto esperto, ma sono sicuro che ancora una volta la sua qualità emergerà.



Torino ed il suo splendido panorama


Gli incontri con i ristoratori di Torino inizieranno dal 10 al 13 Aprile, per riprendere, dopo Pasqua, dal 19 al 21.

Si inizia con Villa Sassi, un locale intimo ed elegante, dove, alle ore 11 di Domenica 11 verrà offerta una degustazione di Prosciutto San Daniele. Il 12 è la volta del Barney's Café - Circolo dei Lettori che alle h. 18,30 nei suoi locali raffinati e luminosi presenterà l’assaggio di prosciutto

Quindi nel“Luogo Divino” (e scusate se è poco!) alle ore 18,30 di Mercoledì 13 si concluderà questa settimana di assaggi.

Festeggiata come si deve la Pasqua, le degustazioni riprenderanno il 19 aprile all’elegante Ristorante-cocktail bar Magorabin in cui verrà offerta una degustazione di prosciutto sia all’aperitivo delle 18,30, sia a cena alle h.20, seguito poi dal locale di tendenza Pop Bureau il 20 aprile alle 18,30.

In conclusione l’incontro del 21 alle 19,30 a Esperienza Vermouth, vero tempio di questo tipico vino liquoroso (nato a Torino nel 1786), dove verrà presentato l’abbinamento del tutto originale: Vermouth-Prosciutto di San Daniele. Sarà una degustazione veramente interessante!

Gianluigi Pagano