lunedì 27 gennaio 2025

Eurovinum – Borghi d’Europa degusta i vini di Roberto Scubla a Milano, ad Autoctono


Go Wine ha inaugurato il 2025 a Milano riproponendo il tradizionale appuntamento dedicato ai vini autoctoni italiani: una serata di degustazione che ha raggiunto a gennaio il traguardo della sedicesima edizione!

E’ stato possibile conoscere ed apprezzare una selezione importante di vini da oltre 100 vitigni autoctoni, con un panorama di etichette articolato e dando voce a molte varietà da scoprire.

Il riferimento è legato al libro “Autoctono si nasce…” pubblicato anni fa da Go Wine Editore e ad altre iniziative che hanno sempre visto l’associazione privilegiare la cultura e la comunicazione a favore dei vitigni-vini di territorio.

Borghi d’Europa ha partecipato all’evento, per proporre le iniziative di informazione che riguardano

il Percorso Internazionale Eurovinum, con un focus centrato sui vini dei Colli Orintali del Friuli Venezia Giulia.

Nella sezione enoteca i giornalisti hanno degustato i vini dell’Azienda Agricola di Roberto Scubla (Premariacco-UD) : Colli Orientali del Friuli Friulano 2023 ; Colli Orientali del Friuli Malvasia Lo Speziale 2023 ; Colli Orientali del Friuli Refosco dal Peduncolo Rosso 2022.

“La limitata produzione permette – racconta Roberto Scubla-, una cura molto attenta delle uve vendemmiate a mano e dei vini che inizia dalla vigna, il cui prodotto è la vera base per un’attenta elaborazione del valore del frutto e quindi del vino. Qui ogni aspetto della produzione di un vino è come la tessera di un mosaico: un particolare che, assieme ad altri, contribuisce a realizzare un disegno armonioso ed elegante in vini capaci di conquistare i palati più esigenti. Ogni tessera al suo posto, dalle severe potature in vigna alle cure più attente tra i filari, dalla scelta del periodo per la vendemmia all’evoluzione dei mosti: solo così si ottengono i prodotti migliori, dove l’armonia del lavoro e l’esaltazione della natura si trasformano in bouquet freschi e sapori raffinati.”

Le osservazioni sui vini degustati, nelle parole di Alessio Dalla Barba, giornalista e sommelier, responsabile della comunicazione di Borghi d’Europa :

“Malvasia “Lo Speziale” DOC FCO :Vitigno diventato autoctono in quanto si esprime diversamente a seconda del “terroir” che incontra: qui ha delle caratteristiche aromatiche e speziate.

Affinato in acciaio.”

” Refosco D.P.R DOC FCO

Pochi giorni di appassimento portano questo vitigno autoctono, in origine piuttosto rustico, ad assumere delle caratteristiche intense, morbide e potenti. Si affina 12 mesi in legno. “

“La collina dove sorge l’Azienda – conclude Roberto Scubla-, è di marna eocenica, come tutta la parte sud dei Colli Orientali del Friuli e del Collio. La zona DOC è Friuli Colli Orientali.

Quando si piantano i nuovi vigneti sembra di mettere a dimora in una pietraia: questa diventerà terreno ricchissimo di minerali con lo sgretolamento dovuto agli agenti atmosferici.Le schiene di roccia delle colline fanno si che le falde acquifere non si abbassino troppo per cui la siccità non si fa sentire. Le notti sono sempre piacevolmente fresche e ventilate, così da favorire i profumi che aprono la strada al gusto che si giova di sali ed oligoelementi del terreno.

sabato 18 gennaio 2025

Eurovinum – L’Azienda agricola Valerio Marinig nella rete europea – Lo schioppettino e Luigi Veronelli

 


“Prepotto è un comune friulano in provincia di Udine di neppure 1.000 abitanti, che gode di un clima mitigato grazie alla cerchia delle Prealpi Giulie che lo riparano dai venti freddi di settentrione, ed alla vicinanza della pianura e del mare Adriatico, distante non più di 40 chilometri.

E’ un vero e proprio punto di equilibrio climatico, a cavallo tra il mare e la MittelEuropa, in cui il susseguirsi di giornate calde e notti fresche garantisce quelle escursioni termiche che così bene fanno alle viti.
Da sempre i vigneti che si estendono nelle colline di Prepotto danno origine a vini di grande qualità, non solo vini bianchi ma anche rossi.

Proprio così: rossi. Il Friuli Venezia Giulia è sicuramente noto nel mondo per la sua grande produzione di vini bianchi, ma non sono da sottovalutare i vini rossi, spesso da vitigni autoctoni.
Uno di questi è lo Schioppettino, chiamato anche Ribolla Nera, forse il più noto vitigno autoctono friulano a bacca nera insieme al Refosco dal Peduncolo Rosso.
Sull’origine del nome del vitigno due sono le teorie principali: Schioppettino come riferimento alla croccantezza dei suoi acini, oppure al fatto che il vino giovane, se imbottigliato, possa diventare naturalmente frizzante, causando un processo di fermentazione malolattica in grado di stappare la bottiglia.

Le prime testimonianze storiche di questo vino risalgono a documenti datati 1282, ritrovati nell’Archivio del Castello di Albana, situato nel territorio di Prepotto.
Nonostante una storia millenaria, all’inizio degli anni ’70 il vitigno era pressocchè estinto, a causa delle malattie, Oidio prima e Fillossera poi (fine ‘800-inizio ‘900), della scelta di molti viticoltori di sostituire i vitigni autoctoni con vitigni internazionali, del fatto obiettivo che a distanza di pochi chilometri da Prepotto e dalle sue zone cru per eccellenza, Cialla ed Albana, le uve ottenute non dessero gli stessi eccellenti risultati in termini di vino prodotto, ed infine per problemi di ordine burocratico: lo Schioppettino non figurava neppure nell’elenco delle varietà di cui era consentita la coltivazione.

E qui avviene il miracolo: Paolo e Dina Rapuzzi partono con la loro cantina, Ronchi di Cialla, e grazie anche all’aiuto di Bernardo Bruno, allora sindaco di Prepotto, riescono a trovare le viti superstiti sul territorio comunale e a realizzare un primo impianto di 3.500 ceppi che ha segnato l’inizio della rinascita dello Schioppettino. 

Come riconoscimento di tanto lavoro e lungimiranza, ai coniugi Rapuzzi nel 1976 viene assegnato il premio Risit d’Aur (Barbatelle d’Oro), prima edizione, delle Distillerie Nonino per “… aver dato razionale impulso alla coltivazione, nel suo habitat più vocato in Cialla di Prepotto, dell’antico prestigioso vitigno autoctono Schioppettino, di cui assurde leggi ne hanno decretato l’estinzione…”. In giuria anche Luigi Veronelli.
Quarant’anni dopo lo Schioppettino è un grande vino rosso, venduto in tutto il mondo, pluripremiato, con un’associazione di produttori che lo tutela e lo promuove! “

https://st.ilsole24ore.com/art/cultura/2013-07-26/schioppettino-vitigno-estintoad-grande-103351.shtml?uuid=AbvEFeHI&refresh_ce=1

Borghi d’Europa ha inserito nella rete internazionale l’azienda agricola Marinig, seguendola nel corso degli anni, con attenzione e partecipazione.

Nel mentre si rinnova la collaborazione informativa, che prevede in febbraio un incontro a Bologna, a Slowine, i giornalisti  de ‘Il Cammino delle identità’, hanno degustato lo schioppettino di casa Marinig.

“Di un intenso color rosso violaceo- commenta Renzo Lupatin, giornalista-, il profumo ricorda la marasca, i frutti di bosco, il pepe nero. Il gusto corrispondente al naso e, se invecchiato, acquista sfumature balsamiche, speziate e complesse, che rimandano al muschio. È adatto ad accompagnare i secondi piatti a base di carne, la selvaggina e i formaggi stagionati “.

Borghi d’Europa lo proporrà nel corso degli incontri di VERONELLIANA,il percorso che Borghi d’Europa dedica a Luigi Veronelli, con 10 tappe inserite nel progetto di collaborazione informativa con il Parlamento Europeo.

“Sono diversi anni – racconta Bruno Sganga, giornalista, già coordinatore delle iniziative editoriali del Maestro-,che Luigi Veronelli (Gino per chi aveva vera amicizia e confidenza con lui) ci ha lasciati ed una volta per tutte sia chiaro che siamo tutti debitori a Veronelli. Lo sono i consumatori a cui ha saputo raccontare “camminando la Terra” in modo esemplare ed unico, come i vari protagonisti del settore agroalimentare ed enogastronomico, verso questa figura leggendaria ed autentico uomo di cultura. Lo siamo tutti all’enogastronomo antesignano e moderno insieme, al giornalista polemico, al fine scrittore, all’editore coraggioso, al conduttore televisivo precursore del settore, oltre che al filosofo ed anarchico sui generis.

Ho vissuto quasi quindici anni a fianco dell’uomo Veronelli nel pieno degli anni più entusiasmanti: dalla sua “L’Etichetta” e le millanta sue Guide, in un ruolo che mi consentiva, soprattutto per amicizia e fiducia, tra marketing e redazione, viaggiando ovunque con lui, d’intervenire e conoscere ogni minimo particolare della sua vita professionale ed anche umana. Sorrido quando negli ultimi tempi leggo od ascolto di gente che lo cita, mette immagini con lui o sbandiera lettere, per evidenziare che “conosceva” Veronelli.., pur di poterlo citare e vantarsene. Ma Gino era cordiale ed aperto con tutti, come dimostrava nella sua “Corrispondenza pubblica e violata” a cui dedicava ore ed ore, pur quando lontano dalla sua dimora bergamasca. “